Una schiava da 100 e lode

All'indomani mattina si presentò di nuovo, puntuale allo studio.

«Oggi c'è una sorpresa per te. Piccola troietta...»

Lui godeva nell'insultarla, ma a lei piaceva da morire quell'umiliazione. E non vedeva l'ora di farsi scopare. La bendò con un foulard nero di seta. Profumava di lui. L'adagiò sul letto e le legò i polsi alla testiera di ferro battuto.

Poi sentì la porta cigolare. Era entrato qualcuno. Un altro uomo. Sentiva odore di tabacco. Due mani, forti e sconosciute le aprirono le gambe. Fu un attimo. Un membro nuovo, poderoso e grosso, era già dentro di lei.

E faceva su e giù.

Ne aveva avuti tanti tra le cosce, anche due alla volta, ma così non le era mai successo. Cominciò a gemere di piacere.

Una gocciolina di sudore le imperlò la fronte. «Basta. Sta' zitta! Adesso fai quello che dico io». Il padrone era adirato. Doveva sottostare al suo volere.

«Farò tutto quello che vuoi» disse lei con la voce sottomessa.

L'altro uomo aveva di nuovo acceso il sigaro e si godeva lo spettacolo, mentre il padrone glielo infilava in bocca. Fino alla gola, tanto era lungo. «E ingoia tutto, troia!». «E tu stronzo, datti da fare con questa puttana!».

Era proprio arrabbiato.

Mentre finiva di leccarlo inginocchiata a lui, lo sconosciuto le apriva il buco del culo e prese a scoparla con tutta la forza che aveva in corpo. Ma lui il padrone non era sazio ancora. E cominciò a succhiarle il nettare da quei capezzoli così morbidi e succosi.

Lisciò quella pergamena. 110 e lode. La poggiò sulla scrivania, mentre con due dita si procurava un piacere profondo. Da sola. Era stata proprio brava. Un liquido caldo cominciò a scorrerle tra le gambe.

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