La mamma è sempre la mamma

Era il 2012 quando mio figlio, Marco, aveva compiuto i suoi 15 anni. Al tempo era un ragazzo molto carino: occhi azzurri, tipici di suo padre, erano attorniati da dei riccioli neri e soffici, che caratterizzavano il suo aspetto.

Già al tempo era un ragazzo ammirato dalle sue compagne di classe e di tanto in tanto si lasciava trasportare in un'avventura con alcune di loro. Il che, ammettiamolo, era normale per la sua età.

Quando arrivò l'inverno Marco arrivò a casa nostra, per passare le vacanze. Era una casa lontano nelle montagne e mio marito era andato via per un paio di giorni, lasciandoci soli nella casa. Questa, oltre a noi, era abitata da nostra zia Maddalena. Senza parlarne molto si può certamente affermare che al tempo era una nonnina un po' cieca, ma molto vivace.

Nelle giornate di neve stava al più a casa, svolgendo i dovuti servizi. In quelle di sole, invece, s'intrufolava nel bosco vicino a casa, per farsi delle lunghe camminate in montagna. Uno di quei giorni arrivò dopo Natale, quando la neve smise di cadere e Maddalena ci lasciò soli in casa.

L'incesto a Natale

Le fiamme del camino riscaldavano l'ambiente come non mai. Io cucinavo, occupata ai fornelli. Però mi accorsi che la legna stava per finire, per questo mi girai per chiamare Marco.

Questi però non sentì il mio richiamo, e io lasciai i pomodori e i cetrioli sul banco della cucina andando verso la stanzetta. La porta era leggermente preaperta, così la aprii ancora di più per vedere che dentro il ragazzo si stava masturbando su di un giornalino. Per un attimo pensai di richiudere la porta e andare da sola a prendere la legna.

Poi, però, mi venne l'idea di fargli una sorpresa e aprii la porta ancora di più. Marco si spaventò e in un istante solo nascose il suo giornalino con le immagini erotiche. Io, invece, non seppi cosa fare. Per un istante pensai di chiedergli di andare a prendere la legna. Poi però ci ripensai: mio marito era fuori da troppo tempo e io avevo molta volontà di fare del sano sesso.

Così mi avvicinai a lui, e lui si spaventò ancora di più.

-Rilassati, - gli dissi tranquilla. Quindi misi le mie mani verso i suoi pantaloni e glie li sbottonai. Lui mi guardò stranito, ma compresi subito che gli piacque l'idea. Il suo uccello era già duro; gli ormoni erano saliti a mille anche a me. In un attimo, come avevo fatto anni fa, lo presi in bocca e percepii il suo caldo sapore. Era salato, specifico, un po' come sempre.

Iniziai a leccarlo dalla punta, scendendo lungo l'asta su e giù. La cosa mi faceva eccitare, così misi mano nelle mie mutande e iniziai stimolare il clitoride. La cosa mi fece eccitare ancora di più: non mi rimase che accelerare il ritmo e muovere la lingua intorno al suo pene.

Al tempo Marco era ancora inesperto, ma prese coraggio e mi mise le mani sulla nuca iniziando a spingerla velocemente verso la base del pene. La sua violenza non mi dispiacque; e glie lo lasciai fare. Poco dopo percepii del caldo liquido uscire dal suo sesso e mi tirai indietro, ma compresi che non era possibile: mi teneva troppo stretto.

Non rimase che ingoiare tutto in un momento guardando mio figlio negli occhi. A dire il vero lui li chiuse poco dopo e lasciò la presa. Io mi staccai e volli rimproverarlo. Poi però mi fece tenerezza e me ne tornai in cucina.

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