In un magazzino nascosto agli occhi del mondo

Nel negozio dei miei genitori era come sempre scoppiato il panico, quindi come ogni anno, interrompevo le mie lunghe sessioni di studio per dare una mano con i clienti.

Avevo anche rotto con il mio storico fidanzato di sempre, Stefano, che i miei adoravano ed era oramai diventato parte della famiglia.

Non volevo dare troppe spiegazioni, ma a quanto pare tutti avevano già deciso che la colpa era la mia e che mi sarei poi in seguito pentita di quella scelta sconsiderata. Stefano era il classico bravo ragazzo, di ottima famiglia e con la testa sulle spalle. Forse troppo, chissà.

Io ero stanca di dover recitare sempre la parte della brava donnina educata e composta. Mi piaceva uscire con gli amici, bere ogni tanto, far tardi e danzare sotto la pioggia come due sconsiderati senza pensieri. Stefano, no. Stefano mi ripeteva ogni volta qualche scusa diversa. Il freddo, il sonno, la stanchezza, la serietà. Insomma, Stefano aveva 24 anni ma ne portava 50. E io invece volevo solo divertirmi prima di laurearmi e trovare un lavoro che mi portasse via le energie e la spensieratezza dei miei vent'anni.

Quando andai in magazzino vidi del fumo uscire da uno dei corridoi bui.

"Claudio ti vedo, o meglio, ti sento" - dissi ridendo.

Mio fratello Claudio aveva 27 anni e anche lui ogni tanto dava una mano in negozio quando il suo lavoro da commercialista non lo impegnava troppo.

All'apparenza un ottimo ragazzo d'oro, da sposare. Claudio era tutto ciò che i miei hanno sempre desiderato: serio, diligente, sano, sportivo e gran lavoratore.

Agli occhi di tutta la famiglia era l'esempio da seguire, mentre io ed i suoi amici sapevamo che la sua era solo una recita bene architettata per evitare rotture di palle durante le classiche riunioni con la parentela. Io però uscivo a volte con mio fratello ed era uno spasso sotto ogni punto di vista. Non portava mai una ragazza a casa semplicemente perché non aveva mai la stessa donna ogni sera. La scusa ufficiale era che voleva concentrarsi a lavoro senza distrazioni sentimentali. Tutto sommato poteva anche essere vero perché di sentimentale nelle sue relazioni non c'era proprio nulla.

Attraente e brillante, Claudio sapeva come conquistare una ragazza e a quanto mi dicono, sapeva anche cosa farci dopo, a letto.

"Immagini sorellina che ridere, dopo anni di recita perfetta, mi beccano perché mi sto fumando una canna nel magazzino di mamma e papà" - disse ridendo.

"Non preoccuparti tesoro, sono impegnatissimi, non verranno qui" - risposi prendendo quella sigaretta di marijuana dalle sue dita.

Feci un tiro profondo e sentii subito una strana scossa euforica trapassarmi l'intero corpo.

Sentii le guance calde come se stessi arrossendo di colpo.

"Botta niente male, eh?" - mi chiese lui.

Passò quasi un'ora da quando mi sedetti accanto a lui e le cose incominciarono piano piano a prendere una piega insolitamente strana. La canna ci fece assaporare un tepore nuovo e ci trovammo fraternamente abbracciati, sdraiati sugli scatoloni impolverati, semplicemente così, a raccontarci le nostre avventure ed i nostri segreti.

"Ma tu e Stefano facevate sesso?"" - chiese di punto in bianco sorridendo sornione.

"Ma... beh sì, ovvio, solo che lui non ha mai saputo come si accende una signora, se capisci cosa intendo" - dissi spudoratamente ammiccando.

Fu un attimo. Mio fratello mi strinse forte e si avvicinò ancora di più verso il mio viso. Fui in grado di sentire il suo caldo respiro sulla mia bocca e poi, di colpo, ci travolse il bacio più eccitante e passionale di tutta la mia vita. In un momento, Claudio era l'amante perfetto. Non eravamo più fratelli, ma due persone eccitate travolte da un'incontenibile voglia di darsi piacere.

Fare sesso con lui fu un'esperienza che mi cambiò profondamente. Era davvero bravo a letto come diceva la sua reputazione e raramente sarei riuscita a trovare qualcuno alla sua altezza. Mi ero cacciata proprio in un bel guaio.

"Adesso sono rovinata, uno come te dove lo trovo" - dissi guardandolo con occhi supplicanti.

"Non devi mica cercarlo, lo hai già qui il tuo uomo perfetto, basterà recitare un copione ancora più piccante e segreto. Basta che tu sia d'accordo..." - disse accarezzandomi la guancia.

Lo baciai ancora e ancora. La nostra storia clandestina aveva preso vita, incestuosamente provocante, in un magazzino nascosto dagli occhi del mondo.


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