Onde Proibite

L'aria salmastra e il sole cocente della Puglia erano sempre stati la colonna sonora delle mie estati. Ma quell'anno era diverso. I miei genitori avevano deciso di affittare una villetta al mare insieme agli zii, e questo significava passare un mese intero sotto lo stesso tetto di mio cugino, Alessio.

Eravamo cresciuti come fratelli, ma negli ultimi anni una distanza silenziosa si era insinuata tra noi. Lui, con due anni più di me, era diventato un uomo: spalle larghe, un sorriso sfacciato e uno sguardo che sembrava leggerti dentro. Io, a diciotto anni, ero sbocciata, consapevole del mio corpo e del potere che esercitava.

La nostra routine era semplice: lunghe giornate in spiaggia a sfidare le onde e serate in veranda a guardare le stelle. Fu durante una di quelle notti che tutto cambiò. I nostri genitori erano usciti per una cena in paese, lasciandoci soli con il suono delle cicale e il rumore del mare in lontananza.

Eravamo sdraiati su un'amaca, troppo vicini perché fosse casuale. Il suo braccio era dietro la mia testa, e potevo sentire il calore della sua pelle contro la mia spalla. "Ti ricordi quando da piccoli dicevamo che ci saremmo sposati?" sussurrò lui, la sua voce un soffio caldo sul mio orecchio.

"Eravamo stupidi," risposi io, ma il mio cuore prese a battere più forte.

"Forse," disse lui, girandosi leggermente per guardarmi. Al buio, i suoi occhi sembravano ancora più profondi. "O forse eravamo solo onesti."

La sua mano scese dal mio collo, sfiorandomi lentamente il braccio, la pelle d'oca si formò al suo passaggio. Si fermò sul mio fianco, un tocco leggero ma carico di intenzione. Non mi mossi. Non volevo muovermi. Una parte di me, quella più oscura e curiosa, desiderava vedere fino a dove si sarebbe spinto.

Si avvicinò ancora di più, il suo viso a pochi centimetri dal mio. "Cosa penserebbero se ci vedessero ora?" chiese, quasi sfidandomi.

"Che siamo solo cugini," risposi, ma la mia voce era un filo sottile.

"No," disse lui. "Vedrebbero questo."

E mi baciò. Fu un bacio salato, come il mare. Esplorò la mia bocca con una sicurezza che mi tolse il fiato, e io ricambiai con un'urgenza che non sapevo di possedere. Le sue mani scivolarono sotto il mio top, trovando il mio seno, e un gemito mi sfuggì dalle labbra. Era sbagliato, proibito, ma in quel momento sembrava l'unica cosa giusta al mondo.

Ci alzammo senza dire una parola e lo seguii sulla spiaggia deserta. La sabbia era ancora calda sotto i nostri piedi nudi. Ci spogliammo sotto la luce argentea della luna, i nostri corpi che si rivelavano senza più segreti. Fare l'amore con lui fu come annegare e respirare per la prima volta. Le onde del mare facevano da colonna sonora ai nostri sospiri, un ritmo primordiale che ci univa. Ogni spinta era una confessione, ogni carezza un'assoluzione. Non c'era futuro, non c'era passato. Solo quel momento, sulla sabbia, sotto un cielo pieno di stelle, dove le uniche regole erano quelle dettate dal nostro desiderio.

Ultimo aggiornamento il alle